Parassiti intestinali di cani e gatti
I vermi intestinali si trasmettono attraverso il contatto o l’ingestione delle feci di animali infestati o della terra contaminata dalle uova del parassita. I sintomi più comuni sono vomito, diarrea, gonfiore dell’addome, perdita di peso e opacizzazione del pelo. I parassiti intestinali di cani e gatti si suddividono in nematodi o vermi tondi (ascaridi, anchilostomi, tricocefali), cestodi o vermi piatti (tenie) e protozoi. Sono molto comuni in cuccioli, gattini e animali che fanno vita libera o selvatici.
La contaminazione ambientale, rappresenta il serbatoio per le infestazioni nonché per alcune zoonosi (parassiti trasmissibili all’uomo, soprattutto nei soggetti immunocompromessi).
I vermi intestinali principali sono:
– Ascaridi del cane e del gatto (Toxocara spp.) – responsabile di zoonosi (Sindrome da larva migrans)
– Tricocefali (Trichuris vulpis)
– Tenie (Echinococcus spp. Dipylidium caninum, Taenia spp)
– Ancylostomi (Ancylostoma and Uncinaria spp.)
Ascaridi (zoonosi)
Gli ascaridi sono nematodi presenti in tutto il mondo che possono parassitare cani e volpi (Toxocara canis) e gatti (Toxocara Cati), responsabili della trasmissione anche all’uomo.
Molto frequente la loro infestazione anche e soprattutto nei cuccioli e gattini prima della loro nascita, possono raggiungere i 10-15 cm di lunghezza.
Le uova, che vengono rilasciate nell’ambiente dalle feci degli animali infetti possono sopravvivere nell’ambiente per anni.
Gli animali possono infestarsi attraverso:
- predazione di piccoli mammiferi infestati
- ingestione di uova dall’ambiente (contaminazione accidentale anche per l’uomo: bambini al parco).
I cuccioli possono infestarsi per via transplacentare (dalla madre ai piccoli) dal 42°giorno di gestazione.
La diagnosi è effettuabile attraverso un esame delle feci che metterà in evidenza la presenza delle uova.
Il trattamento è sempre preventivo, nei cuccioli è altissima l’incidenza di infestazione, l’adulto non è mai sintomatico. Il protocollo consigliato è:- nei cuccioli e gattini– a partire dal 14° giorno di vita, con interventi ogni 15 giorni fino a due settimane dopo lo svezzamento. (Linee guida della ESCCAP)
- nelle mamme – in concomitanza con il trattamento dei piccoli
- nell’adulto – si consiglia un trattamento ogni tre mesi
Tricocefali
I cani si infestano assumendo larve contaminanti dall’ambiente provenienti dalle deiezioni di animali infestati a loro volta.
La diagnosi è effettuabile attraverso un esame delle feci che metterà in evidenza la presenza delle uova che hanno una caratteristica forma a limone.
Tenie Echinococco (zoonosi)
L’Echinococcus granulosus e multilocularis è responsabile della idatidosi cistica nell’uomo che si infesta attraverso l’ingestione accidentale di uova eliminate dai canidi
Gli echinococchi hanno come ospiti intermedi:
– gli equini
– suini
– ovini
– bovinidove si incistano nel fegato e polmoni.
I cani si infestano attraverso l’ingestione delle carcasse e i visceri di tali animali infestati. I gatti di solito non si infestano. Le proglottidi rilasciate nelle feci sono estremamente piccole, tanto da non notarsi. La diagnosi è difficile poiché la dispersione delle proglottidi nelle feci avviene saltuariamente.
Tenia Cucumerina (Dipylidium caninum – zoonosi)
Molto comune nel cane e nel gatto essendo trasmesso da ospiti intermedi molto comuni quali la pulce ed il pidocchio masticatore. L’infestazione avviene proprio attraverso l’ingestione di pulci e pidocchi contenenti larva della tenia. La migrazione delle proglottidi nelle feci mette in evidenza la presenza del parassita anche ad occhio nudo, si possono vedere infatti sulle feci e intorno all’ano, nella cuccia: sono simili a chicchi di riso.
Può essere presente prurito nella zona anale e perianale a causa della migrazione delle proglottidi. Se il nostro pet ha avuto infestazioni da pulci e pidocchi è opportuno effettuare il trattamento.
Ancilostomi
Gli ancilostomi sono vermi ad uncino che adeririscono alla parete intestinale attraverso l’apparato buccale e provocano lesioni alla mucosa.
Sono ematofagi e la madre può trasmetterli ai piccoli attraverso l’allattamento. L’infestazione avviene quindi attraverso il latte materno oppure attraverso l’ingestione di feci di animali infestati. Per i piccoli l’infestazione può essere fatale. Nell’adultosi instaura una parziale immunizzazione dopo il primo contatto.
I segni clinici più frequenti sono:
– diarrea, a volte emorragica
– calo ponderale
– anemia (in caso di forti infestazioni).
La diagnosi è tramite esame feci.
Oltre ai trattamenti antiparassitari di routine ci sono alcune raccomandazioni:
– il rispetto di misure igieniche di base, in particolare la raccolta regolare delle feci per ridurre la contaminazione ambientale;
– l’utilizzo di alimenti industriali o cotti per prevenire le infestazioni trasmesse con carne o pesce crudi;
– il controllo delle infestazioni elmintiche (vermi intestinali e tenie) e da ectoparassiti (pulci e zecche) tramite misure di prevenzione e trattamento.
Quando devo trattare il mio cane o il mio gatto?
La sintomatologia legata ai parassiti intestinali è quasi mai presente, per questo motivo le linee guida del Consiglio Europeo contro i parassiti degli animali domestici (ESCCAP) consigliano di effettuare:
- controlli regolari
- trattamenti preventivi.
Il controllo deve essere mantenuto costantemente, per tutta la vita.
Giardiasi
Questa parassitosi è provocata da Giardia intestinalis, un protozoo intestinale che colpisce animali di tutte le età e anche l’uomo. Le vie di trasmissione più comuni sono l’ingestione di acque contaminate (stagni, pozze, sorgenti non potabili) e feci di animali infetti. Il parassita si insedia nell’intestino e riproducendosi distrugge i villi intestinali provocando malassorbimento. I sintomi comuni e meno gravi sono feci formate alternate a feci molli tuttavia se non trattata, la malattia può provocare febbre, nausea, diarrea, dimagrimento e abbattimento, conseguenze particolarmente serie, soprattutto per i cuccioli. La diagnosi è tramite esame feci con particolare procedura. Il trattamento può essere lungo e spesso anche dopo negativizzazione molti pazienti manifestano feci poco formate per lungo tempo.
Coccidiosi
La coccidiosi è una malattia intestinale causata dai coccidi (Isospora e Eimeria), parassiti protozoari visibili solamente con il microscopio. Ad essere colpiti sono i cani molto giovani (nei primi mesi di vita) con difese immunitarie ancora deboli; gli adulti difficilmente vengo colpiti da questa malattia. Il parassita viene ingerito per via orale e si annida nell’intestino (tratti del tenue, cieco e colon) causando una forte diarrea, spesso emorragica, che se non tempestivamente trattata può causare un’intensa disidratazione e depressione dell’animale. Il ciclo biologico del parassita inizia quando il cane ingerisce le uova larvate (oocisti sporulate) del coccide, presenti nell’ambiente esterno dove un altro animale già infettato ha defecato. I sintomi clinici sono aspecifici: diarrea profusa, spesso emorragica, dolori addominali, abbattimento, disidratazione, pelo opaco con forfora, dimagrimento o ridotto accrescimento nell’animale giovane, aumento della sete, vomito e anoressia nei casi più gravi.